Il complesso delle attività folcloristiche della Festa di Sant’Antuono a Macerata Campania è completato dai classici giochi tradizionali. Essi rappresentano momenti di vita di un tempo che fu, ancora attuale a Macerata Campania. In antichità, tali giochi venivano eseguiti soprattutto nei periodi di pausa dei lavori nei campi, i quali alimentavano l’economia del posto. Erano questi momenti di aggregazione e di svago in cui si dimenticavano le fatiche di tutti i giorni. Di solito venivano svolti durante l’anno nelle varie feste o sagre paesane.
Oggi essi rappresentano parte del Patrimonio culturale immateriale di Macerata Campania e trovano la giusta collocazione nella Festa di Sant’Antuono, dove vengono ricreati quei momenti tipici della comunità ludica.

Palo di sapone

Il palo di sapone, o chiamato anche albero della cuccagna, è un gioco popolare i cui partecipanti devono cercare di prendere dei premi posti in cima ad un palo; in genere i premi sono prosciutti o altri generi alimentari.
Per l’esecuzione del gioco viene utilizzato un palo di legno, del diametro di circa 250 mm e di lunghezza 10 m. Il palo deve essere posto saldamente nel terreno per una profondità di almeno 2 m. Il palo viene ricoperto di sapone o altra sostanza in modo da rendere difficile l’arrampicata da parte dei concorrenti.
Le squadre partecipanti devono essere composte da 4 persone, le quali devono raggiungere la sommità arrampicandosi gli uni sopra gli altri. Il gioco inizia con un primo giro in cui possono partecipare solo 3 persone delle 4 disponibili. Dal secondo giro in poi possono essere utilizzati tutte e 4 le persone. Il gioco termina quando tutti i premi in sommità al palo vengono staccati dalle squadre partecipanti.

Macerata Campania è stato per decenni un ottimo produttore di botti. E ciò è confermato dai dati presenti nel catasto onciario di Macerata del 1754, nel quale fra i vari mestieri troviamo quello del bottaro, specializzato nella produzione di botti e tini.
L’utilizzo della botte si prestava molto bene nella messa in opera di 2 giochi tradizionali: la corsa con le botti e il giro della botte.

Corsa con le botti

La corsa con le botti è un gioco che vede contrapposte un certo numero di squadre, che si sfidano in una gara di velocità. Per l’esecuzione del gioco vengono utilizzate delle botti in legno della capienza di circa 3 q, chiuse sui 2 lati.
Le squadre partecipanti devono essere composte da 1 o 2 persone, le quali con le mani devono far rotolare le pesanti botti lungo il percorso di gioco. Di solito il percorso di gioco è una strada diritta di circa 300 m, che viene percorsa nelle 2 direzioni avanti e indietro.
Il gioco inizia con una prima fase in cui ogni squadra deve impiegare il minor tempo possibile a percorrere il percorso di gioco. Le 2 squadre che hanno impiegato il minor tempo si sfideranno poi nella gara finale, in cui contemporaneamente percorreranno il percorso di gioco. Vince la squadra che arriva prima al traguardo.

Curiosità: Il gioco della “Corsa con le botti” è stato riproposto per la prima volta nell’edizione 2010 della Festa di Sant’Antuono a Macerata Campania. La comunità di Macerata Campania con l’Associazione Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa ha partecipato con questo gioco alla nona edizione del Festival Internazionale dei Giochi in Strada “Tocatì”, che si è svolto a Verona dal 23 al 25 settembre 2011.

Giro della botte

Il giro della botte è un gioco che vede contrapposto un certo numero di partecipanti, che si sfidano in una gara di velocità. Per l’esecuzione del gioco viene utilizzata una botte in legno della capienza di circa 6 q, chiusa su di un solo lato.
Ogni giocatore con le mani deve far girare sul bordo la botte lungo il percorso di gioco, tenendo la parte chiusa a contatto col terreno. Di solito il percorso di gioco è di tipo circolare; ad esempio si esegue un cerchio intorno ad una balla di fieno o palo.
Vince il concorrente che impiega il minor tempo a percorre il tracciato stabilito.

Macerata Campania è stato per decenni un ottimo produttore di canapa sativa, la cui coltivazione ha avuto una brusca interruzione nel 1977 con l’applicazione della legge Cossiga, che ha accomunato nel divieto di coltivazione due piante cugine ma con caratteristiche molto diverse: la canapa indica (quella utilizzata per uso ricreativo dalla generazione del ’68) e la canapa sativa (usata per usi produttivi).
L’utilizzo di questa pianta da fibra ha consentito per decenni la realizzazione di stoffe, carta, funi, sacchi, che oltre al classico uso quotidiano si prestavano molto bene nella messa in opera di 2 giochi tradizionali: il tiro alla fune e la corsa nei sacchi.

Tiro alla fune

Il tiro alla fune è gioco che vede contrapposte due squadre, che si sfidano in una gara di forza.
Le due squadre devono essere composte da un minimo di 4 persone per un massimo di 8, le quali si allineano ai due capi di una fune di circa 10 centimetri di circonferenza. Sul campo da gioco e sulla fune è marcato il punto centrale.
La sfida inizia con il punto centrale sistemato in corrispondenza del centro del campo da gioco. Vince chi riesce a tirare l’altra squadra dalla propria parte, facendo superare almeno un avversario il centro del campo da gioco.




Corsa nei sacchi

La corsa nei sacchi è un gioco che vede contrapposto un certo numero di partecipanti, che si sfidano in una gara di velocità.
Ogni giocatore infila i piedi ed entrambe le gambe nei sacchi (possibilmente di iuta, ricuperabili presso i fruttivendoli che li usano come contenitori di patate); reggendo il sacco con le mani bisogna percorrere il tracciato stabilito saltellando.
Bisogna fare in modo che i sacchi siano della stessa misura e/o proporzionali all’altezza ed all’abilità dei concorrenti.
Vince il concorrente che impiega il minor tempo a percorre il tracciato stabilito.

 




Il video-documentario

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I giochi tradizionali: Corsa con le botti e Palo di sapone (anno 2010).