La Past’ e ‘llessa (ovvero la Pasta con le castagne lesse)

Il termine Pastellessa, usato per indicare la musica prodotta dalla percussione di botti, tini e falci, deriva da una specialità tipica della cucina povera: la past’ e ‘llessa (o past’ e ‘llesse), ovvero la pasta con le castagne lesse.  A Macerata Campania, in occasione della festa antoniana, la tradizione vuole che si prepari tale ricetta, in cui il dolce della castagna insieme al piccante del peperoncino crea un gusto abbastanza gradevole. Questo piatto si accompagna bene al vino di uva fragola prodotto con vitigni autoctoni, quasi ormai inesistenti in territorio maceratese.

La castagna è sempre stata un elemento essenziale della cucina povera. In antichità è stato quasi l’unico sostentamento, specie d’inverno, di molte comunità montanare, dove il grano non riusciva a crescere o si era troppo poveri per poterlo fare arrivare dalle pianure. Anche se Macerata Campania si trova in pianura a pochi metri sul livello del mare, in antichità ed ora del tutto sparita era presente la produzione di castagne nell’area oggi associata alla frazione Caturano nel comune di Macerata Campania; infatti nel 1823 Giuseppe Maria Alfano nel libro intitolato “Istorica Descrizione del Regno di Napoli” affermava che nel casale di Catorano (oggi Caturano) vi era la produzione di castagne, mentre nei casali di Macerata e Casalba, aree anch’esse oggi appartenenti al comune maceratese, era sostituita con quella di canapi. Inoltre c’è da considerare che Macerata Campania dista non molto dall’area collinare di Roccamonfina, dove da secoli è fiorente la produzione di castagne.
Le castagne, sbucciate e fatte essiccare, si conservano a lungo e possono essere fatte rinvenire lessandole, costituendo una riserva alimentare invernale per le famiglie più povere. Non deve quindi meravigliare la scelta della past’ e ‘llessa come piatto tipico della Festa di Sant’Antuono, che ricade appunto in un periodo dell’anno in cui l’inverno si fa più sentire.
Col passare del tempo il termine pastellessa è diventato un elemento esclusivo della cultura maceratese in Terra di Lavoro. La sua introduzione nella tradizione è legata ad Antonio Di Matteo, in arte Zì Antonio ‘e Pastellessa, un capobattuglia nato e vissuto a Macerata Campania fino alla prima metà del XX secolo (nato il 18/01/1872 e morto il 25/03/1951 a Macerata Campania). Zì Antonio ‘e Pastellessa, famoso per la sua cantina in via Santo Stefano a Macerata Campania dove era possibile degustare la pasta con le castagne lesse (nel Circondario di Marcianise quella di Macerata era l’unica cantina ad offrire questo piatto), come tanti altri capobattuglia era solito organizzare uno dei Carri di Sant’Antuono per la sfilata in occasione della festa. A quel tempo, come accade oggi, ogni carro era contraddistinto da un nome ed in particolare il nome del carro di Zì Antonio ‘e Pastellessa era la “Battuglia di Pastellessa”, che era legato senza dubbio al soprannome del capobattuglia. La fama di questo carro e la bravura di Zì Antonio ‘e Pastellessa, anche fuori dalla mura cittadine, ha portato col tempo ad indicare tutti i gruppi che si esibiscono sui Carri di Sant’Antuono con il termine di Battuglie di Pastellessa e la musica eseguita dai bottari di Macerata Campania col nome di pastellessa. Se Antonio Di Matteo non avesse avuto il soprannome di Pastellessa, oggi non si assocerebbe questo termine alla tradizione dei bottari. A confermare la fama di Zì Antonio ‘e Pastellessa è senza dubbio una delle canzoni più antiche, o che meglio ritorna alla mente, cantate sulle Battuglie di Pastellessa a Macerata Campania:“Per la Festa di Sant’Antuono”, la quale ci riporta ad inizio XX secolo. La canzone, infatti, risale ai tempi del famoso capobattuglia Zì Antonio ‘e Pastellessa e del bottaro Pasquale Ventriglia in arte Pascale ‘a Vorpe, il quale nacque a Macerata Campania il 5 ottobre 1888. Presumibilmente il testo è stato composto fra il 1910 e il 1920, quando Pascale ‘a Vorpe aveva 20-30 anni, arrivando al giorno d’oggi come un’autentica testimonianza del passato.

Andiamo in cucina…

Ingredienti per 4 persone:

  • 200 g di castagne lesse
  • 300 g di pasta di tipo corto, come tubettoni o ditaloni (meglio integrali)
  • 100 g di pancetta
  • Aglio
  • Olio d’oliva extravergine
  • Peperoncino
  • Sale

Tempi di preparazione: 20 minuti

Difficoltà: media

Preparazione:

  1. Preparate il soffritto con pancetta, aglio, olio e peperoncino: mentre tagliate la pancetta a dadini, fate soffriggere aglio e peperoncino nell’olio d’oliva in una padella capiente; quindi aggiungete anche la pancetta. Fate soffriggere bene la pancetta fino a che non è bella colorita.
  2. Aggiungete le castagne lesse nella padella col soffritto, facendo insaporire il tutto a fuoco lento.
  3. Contemporaneamente mettete a cuocere la pasta, salandola al punto giusto; quindi scolate la pasta al dente, per poi saltarla in padella per qualche minuto con il soffritto e le castagne lesse.
  4. Servite a tavola il piatto fumante.

Il video-documentario

L’antica ricetta maceratese della Past’e’llessa va sul grande schermo ed è il tema principale dell’8° puntata della trasmissione televisiva “Sorrisi e Sapori tutti a casa mia”, programma di approfondimento dell’enogastronomia in Campania presentato dall’attore Antonio Fiorillo. Ospiti della puntata i maceratesi Donato Capuano e l’attore e commediografo Alessandro Casola.

“Sorrisi e Sapori tutti a casa mia” 8° puntata Anno 2013. Scritta da Antonio Fiorillo e Antonio Portella, regia di Francesco De Gregorio.

Riconoscimenti:

La past’e’llessa è stata selezionata da SapereSapori.it nel 2011 come uno dei 150 piatti tradizionali che più rappresentano le caratteristiche culturali e storiche dell’Italia (Fonte dati: Progetto “Un’Italia: 150 piatti, 150 territori, 150 anni”). Inoltre, l’Associazione nazionale Città del Vino ha abbinato a questo piatto il vino Cantone Sannio IGT 2008 Cantina Sociale La Guardiense Coop. Agr. in Guardia Sanframondi (BN), medaglia d’oro 2011.