Sono partiti ufficialmente i lavori di costituzione della “Rete Italiana per la Salvaguardia e Valorizzazione delle Feste di Sant’Antonio Abate”. Da Nord a Sud Italia, Sant’Antonio Abate riveste una grande importanza nella cultura del nostro Paese. Ricordato nel Calendario dei Santi il 17 gennaio, è festeggiato con grande devozione ed è posto alla protezione degli animali. Dal fuoco, al cibo di festa per poi passare alla musica primigenia eseguita dai bottari, sono tante le tradizioni legate al culto di “Sant’Antuono”.
I lavori di costituzione della Rete, partiti in pompa magna lo scorso 16 gennaio, con un evento online su YouTube, ha visto la partecipazione delle comunità patrimoniali di Macerata Campania (Caserta), Collelongo (L’Aquila), Fara Filiorum Petri (Chieti), Novoli (Lecce), Pedara (Catania), Casacalenda (Campobasso) e San Mauro Forte (Matera), oltre che della Regione Campania, della “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara”, del Consiglio Regionale della Regione Abruzzo e della Provincia di Caserta, con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.
Alle prime comunità aderenti è seguito il sostegno delle comunità di Campobasso e Novara di Sicilia (Messina) e l’invito a far parte dell’importante progetto alle altre comunità italiane che contribuiscono in modo attivo e consapevole alla salvaguardia e alla valorizzazione degli elementi che caratterizzano i festeggiamenti in onore del Santo eremita, che nella loro unicità rappresentano una parte significativa del patrimonio culturale immateriale dell’Italia e del mondo intero.
La Rete, come un laboratorio culturale a tutto campo, si prefigge di operare nel campo della salvaguardia e della valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale immateriale, della promozione dei diritti culturali, della protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali, portando a conoscenza delle comunità i principi della Convenzione UNESCO del 2003 e della Convenzione di Faro sul Valore del Patrimonio Culturale, recentemente ratificata dallo Stato Italiano.
Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale riconosce in questa iniziativa delle comunità festive «un importante esempio di condivisione a supporto di una crescita della consapevolezza del valore culturale del patrimonio che viene salvaguardato e trasmesso da tutte le comunità coinvolte, a cui l’Istituto potrà garantire tutto il supporto necessario».