Il 20 luglio 2016 presso il Museo provinciale Campano di Capua l’Associazione Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa, ONG accreditata presso l’UNESCO impegnata nella Salvaguardia della cultura popolare delle “battuglie di pastellessa” e della festa di Sant’Antuono di Macerata Campania, ha aderito all’iniziativa “Adotta una Madre” promossa da Capuanova e Aislo. L’adesione all’iniziativa, dal titolo fortemente evocativo, ha consentito all’associazione maceratese l’adozione simbolica di una Mater Matuta di Capua antica, nel comune intento di valorizzare i tesori e le buone pratiche di Terra di Lavoro e di promuovere la conoscenza e la valorizzazione delle Matres Matutae nel panorama culturale italiano. Erano presenti alla manifestazione per l’Associazione Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa il presidente Alfonso Munno, il vicepresidente Domenico Salzillo, il segretario ing. Vincenzo Capuano e il prof. Michele Antonio Piccirillo.
Ad oggi la preziosa collezione di sculture in tufo dei primi secoli a.C. conservata nel Museo Campano di Capua, raffiguranti donne sedute con in grembo bambini in fasce come ex voto all’antica dea italica dell’aurora e della fecondità, rivenute nel tardo Ottocento nel fondo Patturelli a Curti, a meno di 2 km dal centro di Macerata Campania, rappresenta la collezione di “Madri” più importante al mondo.
Al momento all’iniziativa hanno aderito personalità della cultura, del mondo accademico classico e scientifico, dell’associazionismo, e dell’arte. Fra questi ricordiamo PulciNellaMente, la rassegna annuale di teatro-scuola che si svolge a Sant’Arpino dal 1998.
«Abbiamo accolto con piacere l’invito di Andrea Vinciguerra, presidente di Capuanova, di adottare una Madre. La tradizione delle battuglie di pastellessa – spiega l’ing. Vincenzo Capuano – che si esprime con la percussione di botti, tini e falci, rappresenta il punto cardine della festa di Sant’Antuono a Macerata Campania e l’elemento caratterizzante della nostra comunità; ha una radice molto antica ed un collegamento con le Matres Matutae. In antichità botti, tini e falci venivano percossi dai maceratesi per risvegliare la terra e propiziare un buon raccolto, un rituale pagano che con il tempo è confluito nella festa in onore di Sant’Antonio Abate. La festa, infatti, si colloca in un periodo in cui in epoca precristiana si celebravano cerimonie durante le quali si eseguivano antichi riti per propiziare le divinità preposte alla fecondità e alla fertilità, come la Mater Matuta che nella mitologia romana era la dea del mattino o dell’aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose. Un culto, questo, presente a Capua antica in una zona poco distante dal centro di Macerata Campania. Una tale vicinanza alimenta l’ipotesi secondo la quale il rituale delle battuglie di pastellessa possa derivare, appunto, da un culto preesistente a Macerata come quello delle Matres Matutae e con molta probabilità legato all’Aedes Alba “Matuta, luce del mattino”, il cui tempio era in territorio maceratese presso la località Casalba».